Ricorre oggi l’anniversario della nascita di uno tra i giocatori più carismatici della storia del Torino: 566 presenze per Ferrini in granata
Giorgio Ferrini è stato capitano vero, fuori e dentro il rettangolo di gioco. E le sue 566 presenze lo dimostrano ampiamente, collocandolo ancor oggi al primo posto tra i granata più gettonati della storia, davanti ad altri veri e propri miti del Torino come Paolo Pulici e Renato Zaccarelli. Nasce a Trieste il 18 agosto 1939 e dopo gli esordi nella Ponziana, approda appena quindicenne al Torino, grazie ad una felicissima intuizione di due formidabili talent scout come Oberdan Ussello ed Alberto Lievore.
Tre anni e poi il prestito in serie C al Varese, dove grazie alle sue dieci reti nella stagione 57/58, Giorgio contribuisce in maniera decisiva alla salvezza dei lombardi. Rientrato alla base, fa il proprio esordio in maglia granata il 20 settembre 1959 contro la Sambenedettese tra i cadetti, dove il Torino marchiato Talmone era sprofondato al termine della stagione precedente per la prima volta nella propria storia.
Saranno sedici, in tutto, le stagioni disputate nel Toro; fino al 18 maggio 1975, quando al termine di un Cagliari-Torino all’ultima di campionato, Ferrini dà per sempre l’addio al calcio giocato.
Appese le scarpette al chiodo diventa subito “secondo” di Gigi Radice, oltre che suo uomo di fiducia nella stagione che culminerà con quello scudetto atteso per ventisette lunghi anni dopo Superga e che nessuno come Ferrini avrebbe meritato di appuntarsi al petto; si pensò addirittura di farlo scendere in campo un’ultima volta, uno spezzone di gara nell’ultima sfida interna contro il Cesena, per fargli sentire quel sospirato tricolore anche un po’ suo: Giorgio rifiutò categoricamente. Tutto bene, una seconda vita calcistica per lui pare ormai tracciata; ma il 27 agosto del 1976 viene colpito da emorragia cerebrale. Immediatamente trasportato alle Molinette, la situazione appare subito grave. Il Capitano combatte come un leone, proprio come faceva sul campo, stavolta però l’avversario è la malattia. Alcune settimane di convalescenza e Ferrini torna al proprio ruolo, purtroppo per pochissimo tempo perchè la sorte ha già scritto la sua trama più beffarda: è 17 ottobre 1976, mentre il campionato di Serie A è fermo per gli impegni della Nazionale, Ferrini viene colpito da una nuova emorragia, questa volta più grave e violenta della prima, anche perché recidiva. Il capitano chiude gli occhi, entra in coma, non si sveglierà più.
Giorgio Ferrini è ancora oggi uno dei calciatori più amati in assoluto dal popolo granata, esempio di dedizione ed attaccamento, per i giovani e per le future generazioni che indosseranno la gloriosa maglia granata.
Ti ho conosciuto con i racconti del mio nonno granata.
Ferrini è il Toro.
Saluto il Capitano
Onori e glorie infinite dai tuoi tifosi,
Tu sei stato il Toro.
Se ogni giocatore che passa di qua avesse anche solo la Tua passione….
Anche se non ti ho mai visto giocare, per me rimarrai con Valentino: IL CAPITANO